mercoledì 25 giugno 2008

Il Romanista?

Da tempo sto monitorando l’operato del quotidiano IlRomanista sia nella versione cartacea sia nella speculare versione on-line. Il quotidiano sportivo, fondato nel 2004, è dedicato interamente ad una squadra di calcio, l’A.S. Roma appunto.

Già dalle prime letture appare chiara e lampante la linea editoriale adottata, seguita pedissequamente negli articoli e nei titoli del giornale. Una linea che dà ampio spazio ad una forte critica negativa, a volte dura, nei confronti soprattutto della dirigenza della A.S. Roma.

Sembra esser strategia comune, nel giornale, sdoppiare la società in due rami: il vertice, presieduto dalla dott.ssa Rosella Sensi, e la squadra (il cosiddetto gruppo) al cui vertice si pone l’allenatore Luciano Spalletti.
Questa “tecnica” consente di poter spartire (o meglio attribuire) meriti e demeriti, pregi e difetti, errori e buoni operati. In che senso? Lo vengo a spiegare. Se si decide aprioristicamente di seguire un trend, qualsiasi esso sia, a prescindere dagli eventi bisogna far sì che si possa giustificare tutto ed il contrario di tutto. Quindi se si decide di avere un atteggiamento duro, profondamente critico nei confronti della Roma in questo momento si naviga decisamente in brutte acque. Molti sono infatti i meriti, i pregi e le riconoscenze mondiali a questa società negli ultimi anni (nei risultati, nel bel calcio, nello sviluppo di uno dei più importanti settori giovanili, nei riconoscimenti UEFA, ecc.), così tanti da render difficile parlarne in modo negativo. Così, immagino si sia pensato di attribuire tutto ciò che di positivo ci possa esser alla squadra (quindi alla professionalità e alla bravura del tecnico e dei calciatori) mentre qualsiasi errore, intoppo, incidente di percorso (naturale e fisiologico) automaticamente ai vertici della società. Come se squadra e dirigenza non facessero parte della stessa società, come se i calciatori ed il tecnico non fossero stati presi e non fossero stipendiati dalla medesima, come se la Roma fosse composta da automi che non hanno possibilità di errore, sia pur minimo.

Io in questo tipo di ragionamento non mi ci riconosco affatto e cerco in tutti i modi democratici e leciti di dirlo e manifestarlo.

Capisco anche che, però, l’atteggiamento portato avanti da IlRomanista faccia breccia nel tessuto più giovane della tifoseria. Spirito ribelle, critico, anti-conformista, attaccabrighe, dispettoso e pensiero da “sognatore incantato” (... di coppe e di campioni) sono molto in linea con il carattere e l’atteggiamento delle nuove generazioni, dei giovani e giovanissimi.


Questo spiegherebbe, a mio avviso, perché il quotidiano continui ancora a “sopravvivere” nonostante gran parte della tifoseria non si riconosca nell’essenza e nel nome (tanto importante quanto invadente) del quotidiano sportivo in questione.
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