lunedì 30 giugno 2008

Appuntamento con Travaglio

Prosegue il nostro appuntamento settimanale con Marco Travaglio. Vai al video della diretta...

Oggi si parla di lodo Schifani-bis, Alfano o semplicemente lodo Berlusconi.
In sostanza si tratta di una legge ordinaria in cui si stabilisce che i presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e soprattutto del Consiglio siano immuni da qualunque processo penale durante tutto il mandato.

I massimi rappresentanti delle istituzioni, che nelle altre democrazie devono dare il buon esempio e dunque mostrarsi più trasparenti degli altri, in Italia diventano immuni da qualunque processo penale, qualunque reato commettano dopo averlo assunto o abbiano commesso prima di assumerlo. Compresi i reati comuni, “extrafunzionali”, cioè svincolati dalla carica e persino dall’attività politica. Anche strangolare la moglie, anche arrotare con l’auto un pedone sulle strisce, anche stuprare la colf o molestare una segretaria. O magari corrompere un testimone perché menta sotto giuramento in tribunale facendo assolvere un colpevole. Che poi è proprio il caso nostro, anzi Suo.

Una legge totalmente incostituzionale, come dicono tutti (giuristi e costituzionalisti compresi), che come minimo non dovrebbe esser firmata neanche dal Capo dello Stato.

La suprema porcata cancella, con legge ordinaria - votata in un paio di minuti dal collegio difensivo allargato del premier imputato, che ha nome “Consiglio dei ministri” - l’articolo 3 della Costituzione repubblicana. Che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…”. La questione è tutta qui. Le chiacchiere, come si dice a Roma, stanno a zero. Se tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, non ne possono esistere quattro che non rispondono in nessun caso alla legge per un certo numero di anni in base alle loro “condizioni personali e sociali”, cioè alle cariche che occupano. Se la Costituzione dice una cosa e una legge ordinaria dice il contrario, la legge ordinaria è incostituzionale. A meno, si capisce, di sostenere che è incostituzionale la Costituzione (magari prima o poi si arriverà anche a questo).

L’incostituzionalità di tale norma è legata anche ad altri due fattori sostanziali:

- il diritto delle vittime ad avere giustizia,
- l’eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge anche in qualità d’imputati.

Ci dicono che in tutto il mondo c’è già una sorta di lodo Schifani, Alfano, Berlusconi.
Marco ci ricorda che non è vero! Non esiste Paese al mondo in cui il Premier abbia questo genere d’immunità. L’immunità è prevista solo per i sovrani come la regina d’Inghilterra o il re di Spagna.

Insomma “se sei imputato - negli altri Paesi - non ti candidi o altrimenti ti dimetti, se il processo inizia dopo l’elezione, e vieni giudicato; da noi, invece, se sei stato imputato prima di essere eletto ti candidi lo stesso altrimenti, se vieni imputato dopo che sei stato eletto, abolisci i tuoi processi e poi dici pure che è colpa dei giudici.”

Questa cosa è spettacolare (in senso negativo ovviamente!) come spettacolare ed esemplificativa è la chiosa di Marco con il suo vecchio detto catalano: “ci pisciano addosso e ci raccontano che sta piovendo.”

L’appuntamento è a lunedì prossimo per la nuova diretta e, per chi lo desidera, a martedì 8 luglio in piazza Navona (Roma) alle ore 18 per la “manifestazione contro le leggi-canaglia”.

PASSATEPAROLA...

Nessun commento: