Sono passati alcuni giorni da domenica. Ancora di più sono quelli in cui non mi sono fatto sentire ma penso non si sia sentita la mancanza di un nuovo post, quello del 16 maggio è rimasto di estrema attualità e ritengo lo sarà ancora per molto tempo. Ma c’è ancora tanto da scrivere, tanto, da non saper dove iniziare.
Questo lasso di tempo che divide oggi da domenica è servito a svelenire la rabbia che sale quando si ha la certezza che le cose vanno così come devono andare ma in modo ingiusto e consapevolmente falsato. È servito a diventare freddi, lucidi e spero ad organizzare le idee.
La prima cosa che mi viene in mente di domenica è che quella giornata, l’ultima di campionato, sia stata il degno epilogo dell’intera stagione di serie A 2007/2008. Il contesto in cui si è giocato, sia a Parma sia a Catania, è stato a dir poco surreale e terribilmente grave se pensiamo che stiamo parlando di due partite di calcio.
A Parma come a Catania c’è stato il divieto della trasferta organizzata per le tifoserie esterne con conseguente chiusura del settore ospiti dei rispettivi stadi. Ma mentre a Parma i tifosi interisti si sono riversati in massa, a Catania vi erano solo poche decine di romanisti andati a vedere la partita legalmente comprando il biglietto nominalmente (era consentito infatti acquistare due biglietti a persona).
A Parma i tifosi dell’Inter hanno dato vita a numerosi scontri con le forze dell’ordine tra le ore 12 e le ore 15 circa, devastando l’area adiacente lo stadio e assalendo addirittura una scuola materna (foto). Due poliziotti sono rimasti feriti e un cameraman è stato aggredito. Intorno alle 15 l’orda di barbari ha forzato gli ingressi del settore ospiti ed è entrata nello stadio per vedersi “tranquillamente” la partita (ricordo cosa vietata preventivamente dagli organi di competenza).
A Catania i tifosi della Roma non sono andati. Non lo hanno fatto per rispetto delle Istituzioni e per il clima ostile e vendicativo (di cosa non si riesce a capire!) che si avvertiva da diversi giorni tra i catanesi. In effetti i presagi erano fondati. Quello che si pensava è poi divenuto una triste realtà. Dal Corriere dello Sport di lunedì 19 maggio:
Proprio normali i novanta minuti, ma soprattutto il prima, non possono proprio definirsi. È stato un clima molto difficile quello con cui la Roma ha dovuto convivere in questa infinita domenica che se non si fosse conclusa con la salvezza del Catania, chissà cosa sarebbe successo.
ALL’ESTERNO - [...] L’obiettivo era diventato il pullman che avrebbe condotto la Roma allo stadio. Un pullman, peraltro, scelto pure malridotto con lo scopo che nessuno l’avrebbe individuato come quello che stava portando la Roma al “Massimino”. E invece, roba da non crederci, a poco più di cento metri dallo stadio, in un vicolo stretto, è accaduto il primo fattaccio. In quel vicolo, ci dicono c’è un covo degli ultras catanesi. Sta di fatto che a un certo punto, l’autista del pullman è stato costretto a inchiodare perché la strada era bloccata da alcune persone. Che altro non erano che l’esca. Perché appena il pullman ha stoppato la sua corsa, sono sbucati circa duecento tifosi che hanno circondato l’automezzo, incuranti dei dieci mezzi della polizia che scortavano la squadra. Calci, pugni, sputi al pullman, ma c’è chi è andato oltre, un tifoso infatti con un martello ha mandato in frantumi il cristallo al fianco dell’autista, si sono vissuti momenti di panico poi, fortunatamente, il pullman è riuscito a rivedere la luce e ad entrare nello stadio.
ALL’INTERNO - In campo, poi, la Roma tutto ha trovato meno che un tappeto rosso.
Ma questo lo si sapeva e per certi versi si può anche capire. Quello che invece non si può comprendere sono altre cose. Come le centinaia di persone che stavano in campo senza che si capisse perché, cosa che ha fatto notare anche De Rossi: “A me la domenica precedente la Lega ha vietato l’ingresso di mia figlia in campo durante la partita perché così dice il regolamento, qui ho trovato duemila persone intorno al campo. Ma come è che funzionano le cose?”. C’è da aggiungere anche che diverse persone hanno stazionato fisse intorno alla panchina della Roma e la frase più carina è stata “non tornate a Roma”. Stesso trattamento hanno ricevuto i dirigenti romanisti in tribuna, lasciati letteralmente in balia dei tifosi. [...].
A ciò va aggiunto l’increscioso fatto accaduto ad alcuni giornalisti provenienti dalla capitale. Da Il Messaggero di lunedì 19 maggio:
“Favorisca i documenti!” è un ordine che ognuno di noi si è sentito impartire in vita sua. Da una pattuglia stradale, da un agente di frontiera, dagli addetti al controllo ingressi di un qualsiasi ufficio. Ma non per esser presi poi a calci e pugni, se per caso la città di origine non era gradita. È quanto accaduto ieri alle 13 a tre giornalisti in una viuzza vicino allo Stadio Massimino di Catania, che stavano raggiungendo in taxi. L’auto è stata bloccata da una decina di energumeni, che hanno aperto a forza le portiere imponendo quell’anomalo controllo.
Emanuele Gamba e Mattia Chiusano di Repubblica e Daniele Lo Monaco de Il Romanista hanno tirato fuori il tesserino professionale: alla scoperta che venivano da Roma, sono partite le botte, anche alla testa. Fortuna, ha raccontato uno di loro, che ha distolto l’attenzione degli aggressori l’arrivo del pullman della Roma: con un vetro spaccato nel tragitto albergo-stadio. Un altro taxi, su cui viaggiava il nostro Mimmo Ferretti, aveva subito le stesse attenzioni attorno a mezzogiorno. Ma i pugni e i calci erano finiti solo sulle portiere. [...].
Questo, per quanto possibile, è stato il fin troppo conciso riassunto della giornata calcistica di domenica, un’ennesima giornata falsata (ancor più gravemente da fatti esterni al calcio, di violenza, di aggressioni, di inciviltà e assoluto non rispetto delle regole) di un intero campionato falsato.
Nella giornata successiva oltre al danno la beffa: il Catania è stato multato di 15.000 euro per lancio di bengala, petardi e fumogeni. 15.000 euro più o meno quanto è stato multato (erano 10.000) Francesco Totti quando pochi mesi fa ha rivelato il suo pensiero sugli “aiutini” all’Inter, come se alcune dichiarazioni (peraltro fondate) avessero lo stesso peso dello scempio consumatosi domenica.
Il Catania sanzionato dunque non perché c’erano almeno duecento persone che non dovevano stare a bordo campo, non perché dall’aeroporto all’hotel e poi allo stadio la Roma è stata ininterrottamente assalita e intimidita.
Tutto ciò ritengo sia un’ennesima grave sconfitta dell’Osservatorio, delle Istituzioni, dello Stato. Non si riesce più a garantire l’ordine pubblico in una partita di calcio e questo lo dimostrano i fatti di Catania e più in generale il fatto che vengono vietate le trasferte ai tifosi (che a mio avviso dovrebbero esser liberi di andare ovunque) che tra l’altro vengono puntualmente violate, vedi Parma.
Vi voglio lasciare con alcune dichiarazioni del direttore sportivo della Roma, Daniele Pradè, del direttore tecnico, Bruno Conti, e del patron dell’Inter Massimo Moratti (fonte marione.net):
Daniele Pradè, direttore sportivo della Roma, chiede spiegazioni all’Osservatorio per gli eventi sportivi.
Nel corso della cerimonia di consegna dei Premi Ussiroma, il dirigente giallorosso, ha dichiarato: "Credo sia opportuno che ci sia una valutazione importante da parte dell’Osservatorio che dovrà dare delle spiegazioni su quanto accaduto ieri. A posteriori, i provvedimenti presi, non mi sono sembrati similari poiché allo stadio di Parma sono riusciti ad entrare i tifosi dell’Inter mentre il settore ospiti a Catania è stato completamente occupato dai sostenitori catanesi".
Passando a parlare di campionato, Pradè ha detto: "Penso che se alcuni episodi fossero girati in modo diverso, come nella scontro diretto a Milano, quando venne espulso Mexes e non Burdisso, ora staremmo parlando di qualcosa di diverso", quindi torna sulle parole di De Rossi: "Daniele è l’espressione della nostra romanità, ha detto quello che pensava e credo che lo ha fatto anche in maniera garbata. Credo che ci sia stato un periodo in cui l’Inter ha raccolto di più di quello che ha meritato. Quando noi meritavamo qualcosa di più non lo abbiamo ottenuto".
Bruno Conti è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport - 101.500:
C’è grande amarezza per un campionato che la Roma strameritava di vincere…
“Tutti hanno visto quello che bene o male è successo durante l’anno. Non si può tornare indietro. Adesso mi sento di lodare quello che ha fatto la società… quello che hanno fatto Spalletti e i ragazzi”. Ieri tutti i ragazzi chiedevano di andare a salutare la gente, assolutamente - ci si riferisce ai sostenitori giallorossi che hanno atteso la squadra a Fiumicino - volevano incontrare i tifosi. E’ stato emozionante il calore della gente. Il ringraziamento da parte di tutto il gruppo va a loro!”
Vucinic ha fatto un goal alla Van Basten...
"Noi non avevamo dubbi su quello che poteva fare questa squadra. Quello che ha dimostrato il giocatore in questa settimana e ieri è incredibile".
Cosa è successo al vostro arrivo a Catania…
“Quando siamo arrivati ci hanno fatto stare tre o quattro minuti fermi perché non si sapeva cosa poteva capitare. Che sarebbe successo se ieri fosse andata come doveva andare. Ci hanno fatto di tutto… cazzotti, sputi al pullman. Non si può giocare una partita di calcio e pensare che non esci dallo stadio”. Ho sentito anche che a Catania c’era gente stupenda, però se dobbiamo parlare dei presenti… in albergo una tensione… i nostri che erano in tribuna hanno tremato quando è stato annullato il goal”.
Cosa risponde alle dichiarazioni del Presidente dell’Empoli?
“Non mi va di parlare male di altre persone. C’è già un precedente con il presidente dell’Empoli, non mi va di parlare di quella persona. Mi va di pensare a noi. Le critiche le lasciamo agli altri. Mi interessa quello che ha fatto vedere la Roma. Il calcio deve essere questo. La dimostrazione che la squadra ha dato in campo. Speriamo che chi di dovere dall’alto riesca a fare qualcosa, altrimenti sarà difficile andare avanti. A tutti fa piacere vincere e tutti ci credevamo fino alla fine. Noi siamo orgogliosi e onorati di quello che abbiamo fatto”.
La Roma ha trovato una motivazione in più per la finale di Coppa Italia…
“I ragazzi hanno dimostrato di saper reagire subito. Da domani si prepara questa partita. Roma e i romani non li può toccare nessuno”.
A fine partita, cosa è successo?
“Ci hanno battuto tutti le mani quando siamo usciti.... Non puoi partire dall’albergo e andare allo stadio con una tale scorta di macchine. Ma cos’è… la guerra? Quando hanno fatto il goal non ti dico quante persone erano in campo e cosa hanno dovuto sentire i dirigenti in tribuna. Io parlo da uno che il calcio l’ha interpretato. Se dobbiamo migliorare il calcio non si può andare avanti così”.
Massimo Moratti:
Hanno sbagliato bersaglio. Massimo Moratti ha spiegato così l'assalto di cui si sono resi protagonisti ieri i tifosi dell'Inter a Parma, con un asilo nei pressi dello stadio Tardini finito semidistrutto dopo un barbaro assalto. "Credo si sia trattato di un atto involontario, forse credevano che fosse la pancia dello stadio", ha detto il presidente nerazzurro questo pomeriggio a GR Parlamento. Gravi incidenti si sono verificati ieri a Parma prima della partita, poi vinta per 2-0 dall'Inter che ha così conquistato lo scudetto all'ultima giornata di campionato. Partita alla quale, secondo le indicazioni dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale, non avrebbero dovuto assistere tifosi ospiti. "Non era previsto che ci fossero, ma si sapeva che sarebbero andati", ha detto Moratti. "Per fortuna il poliziotto ferito non è grave. Ma questi incidenti hanno origine da una disorganizzazione di base, qualcosa è da mettere a posto per evitare che accadano queste cose".Questa mattina la girandola delle esternazioni era iniziata così: “A giocare la finale ci manderei i ragazzini della Primavera”.Nel pomeriggio il dietrofront:«Se mandiamo i ragazzini, l'arbitro farebbe troppa fatica ad aiutarci...». Massimo Moratti, presidente dell'Inter, ridimensiona l'ipotesi, alimentata da una battuta pronunciata in mattinata, secondo cui l'Inter potrebbe mandare in campo allo stadio Olimpico una formazione diversa da quella titolare per la finale della Coppa Italia contro la Roma. «Spero che sia una festa, un pò meno astiosa», dice Moratti ai microfoni di ‘La politica nel pallone’ su GR Parlamento.Massimo Moratti non ha sassolini da togliere dalla scarpa, il giorno dopo la conquista del sedicesimo scudetto e alle affermazioni del centrocampista della Roma Daniele De Rossi, risponde: «Capisco che quando finisce un campionato si possono avere dentro tante cose da dire, specialmente se si è fatta molta fatica e si pensa di averlo meritato, come De Rossi. Non si può essere pignoli su quello che dice un giocatore stanco, arrabbiato e dispiaciuto al termine di una partita. Quindi non c'è nessuna critica nei suoi confronti, anzi c'è comprensione».
Non aggiungo altro se non la totale indifferenza dei programmi SKY (e delle altre tv nazionali) che non hanno per nulla documentato le immagini degli scontri di Parma sminuendo e distorcendo quella che è stata la realtà dei fatti.
Questo lasso di tempo che divide oggi da domenica è servito a svelenire la rabbia che sale quando si ha la certezza che le cose vanno così come devono andare ma in modo ingiusto e consapevolmente falsato. È servito a diventare freddi, lucidi e spero ad organizzare le idee.
La prima cosa che mi viene in mente di domenica è che quella giornata, l’ultima di campionato, sia stata il degno epilogo dell’intera stagione di serie A 2007/2008. Il contesto in cui si è giocato, sia a Parma sia a Catania, è stato a dir poco surreale e terribilmente grave se pensiamo che stiamo parlando di due partite di calcio.
A Parma come a Catania c’è stato il divieto della trasferta organizzata per le tifoserie esterne con conseguente chiusura del settore ospiti dei rispettivi stadi. Ma mentre a Parma i tifosi interisti si sono riversati in massa, a Catania vi erano solo poche decine di romanisti andati a vedere la partita legalmente comprando il biglietto nominalmente (era consentito infatti acquistare due biglietti a persona).
A Parma i tifosi dell’Inter hanno dato vita a numerosi scontri con le forze dell’ordine tra le ore 12 e le ore 15 circa, devastando l’area adiacente lo stadio e assalendo addirittura una scuola materna (foto). Due poliziotti sono rimasti feriti e un cameraman è stato aggredito. Intorno alle 15 l’orda di barbari ha forzato gli ingressi del settore ospiti ed è entrata nello stadio per vedersi “tranquillamente” la partita (ricordo cosa vietata preventivamente dagli organi di competenza).
A Catania i tifosi della Roma non sono andati. Non lo hanno fatto per rispetto delle Istituzioni e per il clima ostile e vendicativo (di cosa non si riesce a capire!) che si avvertiva da diversi giorni tra i catanesi. In effetti i presagi erano fondati. Quello che si pensava è poi divenuto una triste realtà. Dal Corriere dello Sport di lunedì 19 maggio:
Proprio normali i novanta minuti, ma soprattutto il prima, non possono proprio definirsi. È stato un clima molto difficile quello con cui la Roma ha dovuto convivere in questa infinita domenica che se non si fosse conclusa con la salvezza del Catania, chissà cosa sarebbe successo.
ALL’ESTERNO - [...] L’obiettivo era diventato il pullman che avrebbe condotto la Roma allo stadio. Un pullman, peraltro, scelto pure malridotto con lo scopo che nessuno l’avrebbe individuato come quello che stava portando la Roma al “Massimino”. E invece, roba da non crederci, a poco più di cento metri dallo stadio, in un vicolo stretto, è accaduto il primo fattaccio. In quel vicolo, ci dicono c’è un covo degli ultras catanesi. Sta di fatto che a un certo punto, l’autista del pullman è stato costretto a inchiodare perché la strada era bloccata da alcune persone. Che altro non erano che l’esca. Perché appena il pullman ha stoppato la sua corsa, sono sbucati circa duecento tifosi che hanno circondato l’automezzo, incuranti dei dieci mezzi della polizia che scortavano la squadra. Calci, pugni, sputi al pullman, ma c’è chi è andato oltre, un tifoso infatti con un martello ha mandato in frantumi il cristallo al fianco dell’autista, si sono vissuti momenti di panico poi, fortunatamente, il pullman è riuscito a rivedere la luce e ad entrare nello stadio.
ALL’INTERNO - In campo, poi, la Roma tutto ha trovato meno che un tappeto rosso.
Ma questo lo si sapeva e per certi versi si può anche capire. Quello che invece non si può comprendere sono altre cose. Come le centinaia di persone che stavano in campo senza che si capisse perché, cosa che ha fatto notare anche De Rossi: “A me la domenica precedente la Lega ha vietato l’ingresso di mia figlia in campo durante la partita perché così dice il regolamento, qui ho trovato duemila persone intorno al campo. Ma come è che funzionano le cose?”. C’è da aggiungere anche che diverse persone hanno stazionato fisse intorno alla panchina della Roma e la frase più carina è stata “non tornate a Roma”. Stesso trattamento hanno ricevuto i dirigenti romanisti in tribuna, lasciati letteralmente in balia dei tifosi. [...].
A ciò va aggiunto l’increscioso fatto accaduto ad alcuni giornalisti provenienti dalla capitale. Da Il Messaggero di lunedì 19 maggio:
“Favorisca i documenti!” è un ordine che ognuno di noi si è sentito impartire in vita sua. Da una pattuglia stradale, da un agente di frontiera, dagli addetti al controllo ingressi di un qualsiasi ufficio. Ma non per esser presi poi a calci e pugni, se per caso la città di origine non era gradita. È quanto accaduto ieri alle 13 a tre giornalisti in una viuzza vicino allo Stadio Massimino di Catania, che stavano raggiungendo in taxi. L’auto è stata bloccata da una decina di energumeni, che hanno aperto a forza le portiere imponendo quell’anomalo controllo.
Emanuele Gamba e Mattia Chiusano di Repubblica e Daniele Lo Monaco de Il Romanista hanno tirato fuori il tesserino professionale: alla scoperta che venivano da Roma, sono partite le botte, anche alla testa. Fortuna, ha raccontato uno di loro, che ha distolto l’attenzione degli aggressori l’arrivo del pullman della Roma: con un vetro spaccato nel tragitto albergo-stadio. Un altro taxi, su cui viaggiava il nostro Mimmo Ferretti, aveva subito le stesse attenzioni attorno a mezzogiorno. Ma i pugni e i calci erano finiti solo sulle portiere. [...].
Questo, per quanto possibile, è stato il fin troppo conciso riassunto della giornata calcistica di domenica, un’ennesima giornata falsata (ancor più gravemente da fatti esterni al calcio, di violenza, di aggressioni, di inciviltà e assoluto non rispetto delle regole) di un intero campionato falsato.
Nella giornata successiva oltre al danno la beffa: il Catania è stato multato di 15.000 euro per lancio di bengala, petardi e fumogeni. 15.000 euro più o meno quanto è stato multato (erano 10.000) Francesco Totti quando pochi mesi fa ha rivelato il suo pensiero sugli “aiutini” all’Inter, come se alcune dichiarazioni (peraltro fondate) avessero lo stesso peso dello scempio consumatosi domenica.
Il Catania sanzionato dunque non perché c’erano almeno duecento persone che non dovevano stare a bordo campo, non perché dall’aeroporto all’hotel e poi allo stadio la Roma è stata ininterrottamente assalita e intimidita.
Tutto ciò ritengo sia un’ennesima grave sconfitta dell’Osservatorio, delle Istituzioni, dello Stato. Non si riesce più a garantire l’ordine pubblico in una partita di calcio e questo lo dimostrano i fatti di Catania e più in generale il fatto che vengono vietate le trasferte ai tifosi (che a mio avviso dovrebbero esser liberi di andare ovunque) che tra l’altro vengono puntualmente violate, vedi Parma.
Vi voglio lasciare con alcune dichiarazioni del direttore sportivo della Roma, Daniele Pradè, del direttore tecnico, Bruno Conti, e del patron dell’Inter Massimo Moratti (fonte marione.net):
Daniele Pradè, direttore sportivo della Roma, chiede spiegazioni all’Osservatorio per gli eventi sportivi.
Nel corso della cerimonia di consegna dei Premi Ussiroma, il dirigente giallorosso, ha dichiarato: "Credo sia opportuno che ci sia una valutazione importante da parte dell’Osservatorio che dovrà dare delle spiegazioni su quanto accaduto ieri. A posteriori, i provvedimenti presi, non mi sono sembrati similari poiché allo stadio di Parma sono riusciti ad entrare i tifosi dell’Inter mentre il settore ospiti a Catania è stato completamente occupato dai sostenitori catanesi".
Passando a parlare di campionato, Pradè ha detto: "Penso che se alcuni episodi fossero girati in modo diverso, come nella scontro diretto a Milano, quando venne espulso Mexes e non Burdisso, ora staremmo parlando di qualcosa di diverso", quindi torna sulle parole di De Rossi: "Daniele è l’espressione della nostra romanità, ha detto quello che pensava e credo che lo ha fatto anche in maniera garbata. Credo che ci sia stato un periodo in cui l’Inter ha raccolto di più di quello che ha meritato. Quando noi meritavamo qualcosa di più non lo abbiamo ottenuto".
Bruno Conti è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport - 101.500:
C’è grande amarezza per un campionato che la Roma strameritava di vincere…
“Tutti hanno visto quello che bene o male è successo durante l’anno. Non si può tornare indietro. Adesso mi sento di lodare quello che ha fatto la società… quello che hanno fatto Spalletti e i ragazzi”. Ieri tutti i ragazzi chiedevano di andare a salutare la gente, assolutamente - ci si riferisce ai sostenitori giallorossi che hanno atteso la squadra a Fiumicino - volevano incontrare i tifosi. E’ stato emozionante il calore della gente. Il ringraziamento da parte di tutto il gruppo va a loro!”
Vucinic ha fatto un goal alla Van Basten...
"Noi non avevamo dubbi su quello che poteva fare questa squadra. Quello che ha dimostrato il giocatore in questa settimana e ieri è incredibile".
Cosa è successo al vostro arrivo a Catania…
“Quando siamo arrivati ci hanno fatto stare tre o quattro minuti fermi perché non si sapeva cosa poteva capitare. Che sarebbe successo se ieri fosse andata come doveva andare. Ci hanno fatto di tutto… cazzotti, sputi al pullman. Non si può giocare una partita di calcio e pensare che non esci dallo stadio”. Ho sentito anche che a Catania c’era gente stupenda, però se dobbiamo parlare dei presenti… in albergo una tensione… i nostri che erano in tribuna hanno tremato quando è stato annullato il goal”.
Cosa risponde alle dichiarazioni del Presidente dell’Empoli?
“Non mi va di parlare male di altre persone. C’è già un precedente con il presidente dell’Empoli, non mi va di parlare di quella persona. Mi va di pensare a noi. Le critiche le lasciamo agli altri. Mi interessa quello che ha fatto vedere la Roma. Il calcio deve essere questo. La dimostrazione che la squadra ha dato in campo. Speriamo che chi di dovere dall’alto riesca a fare qualcosa, altrimenti sarà difficile andare avanti. A tutti fa piacere vincere e tutti ci credevamo fino alla fine. Noi siamo orgogliosi e onorati di quello che abbiamo fatto”.
La Roma ha trovato una motivazione in più per la finale di Coppa Italia…
“I ragazzi hanno dimostrato di saper reagire subito. Da domani si prepara questa partita. Roma e i romani non li può toccare nessuno”.
A fine partita, cosa è successo?
“Ci hanno battuto tutti le mani quando siamo usciti.... Non puoi partire dall’albergo e andare allo stadio con una tale scorta di macchine. Ma cos’è… la guerra? Quando hanno fatto il goal non ti dico quante persone erano in campo e cosa hanno dovuto sentire i dirigenti in tribuna. Io parlo da uno che il calcio l’ha interpretato. Se dobbiamo migliorare il calcio non si può andare avanti così”.
Massimo Moratti:
Hanno sbagliato bersaglio. Massimo Moratti ha spiegato così l'assalto di cui si sono resi protagonisti ieri i tifosi dell'Inter a Parma, con un asilo nei pressi dello stadio Tardini finito semidistrutto dopo un barbaro assalto. "Credo si sia trattato di un atto involontario, forse credevano che fosse la pancia dello stadio", ha detto il presidente nerazzurro questo pomeriggio a GR Parlamento. Gravi incidenti si sono verificati ieri a Parma prima della partita, poi vinta per 2-0 dall'Inter che ha così conquistato lo scudetto all'ultima giornata di campionato. Partita alla quale, secondo le indicazioni dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale, non avrebbero dovuto assistere tifosi ospiti. "Non era previsto che ci fossero, ma si sapeva che sarebbero andati", ha detto Moratti. "Per fortuna il poliziotto ferito non è grave. Ma questi incidenti hanno origine da una disorganizzazione di base, qualcosa è da mettere a posto per evitare che accadano queste cose".Questa mattina la girandola delle esternazioni era iniziata così: “A giocare la finale ci manderei i ragazzini della Primavera”.Nel pomeriggio il dietrofront:«Se mandiamo i ragazzini, l'arbitro farebbe troppa fatica ad aiutarci...». Massimo Moratti, presidente dell'Inter, ridimensiona l'ipotesi, alimentata da una battuta pronunciata in mattinata, secondo cui l'Inter potrebbe mandare in campo allo stadio Olimpico una formazione diversa da quella titolare per la finale della Coppa Italia contro la Roma. «Spero che sia una festa, un pò meno astiosa», dice Moratti ai microfoni di ‘La politica nel pallone’ su GR Parlamento.Massimo Moratti non ha sassolini da togliere dalla scarpa, il giorno dopo la conquista del sedicesimo scudetto e alle affermazioni del centrocampista della Roma Daniele De Rossi, risponde: «Capisco che quando finisce un campionato si possono avere dentro tante cose da dire, specialmente se si è fatta molta fatica e si pensa di averlo meritato, come De Rossi. Non si può essere pignoli su quello che dice un giocatore stanco, arrabbiato e dispiaciuto al termine di una partita. Quindi non c'è nessuna critica nei suoi confronti, anzi c'è comprensione».
Non aggiungo altro se non la totale indifferenza dei programmi SKY (e delle altre tv nazionali) che non hanno per nulla documentato le immagini degli scontri di Parma sminuendo e distorcendo quella che è stata la realtà dei fatti.
Le immagini con cui concludo le ho scovate su You Tube.
Sarà un altro caso? Spero che in Italia ci si possa ancora informare tradizionalmente e che non si debba arrivare al punto in cui la verità, per apprenderla, deve esser “scovata”.
Rimane l’amarezza di veder ancora una volta perdere l’onestà in questo Paese, nel calcio così come nella vita di tutti i giorni. Una squadra ed una società onesta assieme ad una tifoseria altrettanto onesta sono uscite sconfitte.
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