martedì 23 settembre 2008

Repubblica: falso in bilancio Saras. 500 milioni per coprire il debito di Moratti

Tempi di rivalsa e di soddisfazioni per Talk about asr. Dopo il post del 12 settembre sono contento e fiero di scrivere anche questo.

Quel che sostenevo in Conoscere l'avversario... a volte gratifica anche se si arriva secondi, soprattutto in merito alla Saras a Moratti all’Inter e mentre si era in piena lotta per il titolo di Campione d’Italia 2007/08, non era solo frutto di una mia farneticante fantasia. Che poteva esser un post folle lo si poteva pensare visto che nessun organo di stampa rilevante ne parlava e, figuriamoci se uno poteva dar retta al primo blogger di turno. Blogger, parola invisa ai più.

Oggi, 23 settembre, nelle pagine de la Repubblica esce un articolo in cui si legge che il consulente tecnico della procura di Milano ipotizza che l’incasso della quotazione 'gonfiata' di Saras sia servito soprattutto per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni.

Riprendo da Dagospia i passaggi salienti del pezzo pubblicato a firma di Walter Galbiati per la Repubblica:

Quel titolo valeva tra 4 e 5 euro per azione. Invece le banche e la famiglia Moratti lo hanno piazzato sul mercato a 6 euro. E per farlo, secondo la ricostruzione del consulente tecnico della procura di Milano, Marco Honegger, non avrebbero pubblicato alcuni dati rilevanti nel prospetto informativo. Che la quotazione di Saras, la società di raffinazione di Sarroch, non fosse stato un grande affare per il mercato, lo si era capito fin da subito, quando il giorno successivo alla quotazione, avvenuta il 18 maggio 2006, il titolo aveva perso oltre il 10 per cento del suo valore. Il consulente tecnico ha ricostruito in un documento di oltre 400 pagine i motivi di quella debacle. E ha ipotizzato che l´incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni.

Tutti, gli analisti, i banchieri e gli investitori istituzionali avevano capito, durante le varie tappe che hanno portato la Saras in Borsa, che quella valorizzazione era troppo elevata, eppure nessuno ha fatto nulla per correggere il tiro. Un dato è emerso chiaramente dall’analisi di Honegger: l’utile di gruppo, il principale indicatore su cui calcolare il valore della società, era "gonfiato". «Si è potuto riscontrare che l’informativa da Prospetto - scrive il consulente - non aveva evidenziato l’esistenza di una considerevole componente di utili non ricorrente nei dati storici, dati unici su cui basarsi per la decisione di investimento (quantomeno per il pubblico indistinto)».
La mancanza si riferisce all’utile 2005, pari a 292,6 milioni di euro. Una cifra riportata tale e quale nel prospetto, senza avvisare i risparmiatori che il dato era "gonfiato" da utili derivanti dalle scorte di magazzino. Dalla documentazione sequestrata dalla Guardia di Finanza presso Jp Morgan, una delle banche advisor per la quotazione, invece, emerge chiaramente che nei report su Saras redatti prima della quotazione, gli analisti, compresi quelli di Morgan Stanley e Caboto di Banca Intesa (gli altri due advisor dei Moratti) prendono in considerazione gli utili depurati ("comparable") per calcolare il valore delle società di raffinazione.

A febbraio 2007, in un comunicato, la società svela che l’utile netto rettificato per il 2005 è di 230 milioni di euro. Con questi profitti, il valore per azione di Saras sarebbe stato tra i 4,1 e i 5,1 euro e non tra i 5,25 e i 6,5 euro, come indicato nel prospetto.

Un altro banchiere di Jp Morgan, Emilio R. Saracho (probabilmente del private banking) svela in una e-mail un ulteriore dettaglio: «Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, e così quella parte non la vedremo per lungo tempo». Vai alla versione integrale...


È tempo di cambiare. Non si tratta più di un gioco e questo non è solo Calcio. Spero che stavolta almeno se ne cominci a parlare, spero che i principali media facciano il loro dovere e diano il giusto risalto alle notizie, senza condannare o giudicare a priori. È tempo di lavorare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)